Rubrica: ”Una strada, un personaggio, una Storia” – via Sulis

Ogni settimana parleremo di una strada raccontando la storia del personaggio a cui è dedicata. Si potranno scoprire così le persone, molte volte sconosciute, legate alla storia della Sardegna o Italiana tramite la loro biografia

di Annalisa Pirastu

Via Sulis è una traversa di via Garibaldi ed è una via pedonale riqualificata in anno recenti, sia con il recupero architettonico di alcuni palazzi, sia per la presenza di boutiques e ristoranti alla moda.

Vincenzo Sulis nasce a Cagliari nel 1758 da una famiglia di origini popolari e trascorre la giovinezza praticamente per strada costretto a procurarsi il necessario per tirare avanti vivendo alla giornata. La sua vita grama lo spinge a porsi come capo di una banda di contrabbandieri che si impone nei quartieri popolari cagliaritani, diventando famosa e addirittura rispettata.

Vincenzo Sulis, che non si tira indietro anche quando si tratta di ingaggiare risse con gli avversari, sembra destinato a una vita ai margini della legalità ma, dopo anni di vita da strada all’età di 22 anni, conosce un magistrato. Costui, intravistene le potenzialità,   lo convince a intraprendere gli studi che lo porteranno alla professione di notaio.

Sulis cambia completamente vita e si inserisce nella vita sociale borghese cagliaritana. Sposa la figlia del proprietario della peschiera “Su Fondali” che opera a Santa Gilla. Stimato e affermato come notaio si inserisce totalmente tra le classi più agiate cagliaritane e si circonda di amicizie influenti.

Nel 1793 una flotta francese approda a Cagliari e inizia i bombardamenti con l’intento di conquistare la città. Questo episodio darà una svolta alla vita del Sulis. Non esita infatti a imbracciare il fucile e a gettarsi con i miliziani contro gli invasori che sbarcano nelle spiagge di Quartu e del Poetto, incurante del pericolo e coprendosi di gloria.Gli invasori vengono respinti e Sulis, insieme a Gerolamo Pitzolo, diventa un eroe acclamato dal popolo.
Viene inviata a Torino una delegazione degli stamenti (bracci in cui era diviso il parlamento del Regno di Sardegna) per chiedere al sovrano Vittorio Amedeo III una ricompensa, per il comportamento eroico dei sardi che permisero di salvare l’isola dall’occupazione francese, tra cui ovviamente il Sulis. La richiesta non viene accolta e Cagliari si decide per una insurrezione che avviene il 28 aprile del 1974, giornata celebrata in seguito con il nome di “Sa die de sa Sardigna”. L’insurrezione porta alla cacciata dei piemontesi dal capoluogo prima e poi da tutta l’isola.
Al ritorno dei piemontesi in Sardegna però Vincenzo Sulis viene arrestato e accusato di complotto contro il sovrano e condannato al carcere a vita. Viene rinchiuso prima a Cagliari nella torre dell’Aquila, poi dal 1799, dopo un tentativo di evasione, viene segregato nella torre dello Sperone ad Alghero, che viene chiamata torre Sulis, dove sconta l’ingiusta pena vivendo in condizioni pressochè disumane.

Nel 1821 viene graziato ma, l’anno seguente, sospettato di aver partecipato ai disordini scoppiati nella città catalana è imprigionato per nove mesi e spedito a La Maddalena dove, seppur in seguito liberato dalla condanna careraria , è costretto all’esilio perpetuo.

Sulis muore a La Madddalena nel 1834

 

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