Rubrica: ”Una strada, un personaggio, una Storia” – Cagliari, via Leonardo Alagon 

Ogni settimana parleremo di una strada raccontando la storia del personaggio a cui è dedicata. Si potranno scoprire così le persone, molte volte sconosciute, legate alla storia della Sardegna o Italiana tramite la loro biografia

 di  Sergio Atzeni

La strada che collega via Farina con via Alghero è dedicata a Leonardo de Alagon, nobile oristanese che per salvare il suo marchesato si oppose agli aragonesi ma fu sconfitto e morì in Spagna dopo una lunga prigionia.
Alagon nacque a Oristano nel 1436 diventando il quarto marchese di Oristano in quanto nel 1470, Salvatore Cubello, fratello di sua madre Benedetta, morì senza eredi e gli lasciò per testamento il marchesato.
La dinastia dei Cubello fu costretta a rinunciare al nome paterno “Arborea” per imposizione aragonese, quando nel 1409, il capostipite Leonardo Cubello, fu investito delle funzioni di giudice di Arborea e più tardi acquistò i diritti sul giudicato dal legittimo sovrano Guglielmo IV di Narbona.
fu subito osteggiato dal viceré Nicolò Carroz, che come lui discendeva dagli Arborea, e non riuscì ad ottenere la ratifica alla successione da Giovanni II d’Aragona.
L’odio tra i Cubello e i Carroz risaliva al 1368 quando Berengario Carroz, avo di Nicolò, fu sconfitto da Mariano IV d’Arborea: anche per questo Nicolò tentò con qualunque mezzo di impossessarsi del marchesato.

Il sovrano Giovanni II d’Aragona tergiversò e non prese subito alcuna decisione, Nicolò Carroz però non attese oltre e inviò un esercito che occupò Sardara e si diresse a Oristano, nei pressi di Uras si scontrò con le truppe di Alagon che, combattendo al grido di “Arborea, Arborea”, riportarono una netta vittoria.
Nicolò Carroz, allora raggiunse Barcellona e convinse il re a procedere contro l’Alagon per tradimento che comportava la confisca dei beni e la pena di morte, in quanto la rivolta avrebbe potuto minacciare la sovranità aragonese nell’isola.viceré nel 1477 rientrò in Sardegna per catturare il ribelle seguito da un nutrito contingente di armati che disponevano di moderne armi da fuoco.
Leonardo si trincerò presso Macomer ma l’artiglieria degli aragonesi fece il miracolo seminando il panico tra i sardi, distruggendo avamposti e trincee e massacrando i sodati.

Il marchese vista ormai perduta la battaglia, raggiunse Bosa con i fratelli ed i figli, imbarcandosi poi su una nave per rifugiarsi probabilmente in Corsica.
Ma il comandante del battello fece rotta per la Sicilia dopo averlo immobilizzato, lo consegnò agli aragonesi che lo rinchiusero insieme ai parenti nel castello di Jativa a sud di Valencia dove Leonardo morì nel 1494, dopo 16 anni di prigionia.
Il marchesato di Oristano e la contea del Goceano furono incorporati dalla corona e tutti i sovrani futuri del Regno di Sardegna aggiunsero ai loro titoli anche questi.
A Leonardo de Alagon, da più parti considerato il paladino dei sardi e il prosecutore della guerra di liberazione condotta a suo tempo dai giudici di Arborea, mancò la fortuna e non il valore per riuscire nel probabile disegno di unificazione e liberazione dell’isola anche se la sua rivolta fu quella di un vassallo contro il suo sovrano.

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