Rubrica – La Sardegna dei Comuni – Guasila

Ogni settimana raccontiamo la storia di un  paese della Sardegna per far conoscere le sue particolarità, le sue bellezze  geografiche e la sua comunità

di Antonio Tore

Guasila (Guasiba o Guasìlla in sardo)  è un comune del Sud Sardegna con meno di 3.000 abitanti. Si trova nella Trexenta, antica regione cerealicola della Sardegna dove Guasila è ancora oggi una piccola capitale del  grano duro sardo.

Il paese confina con Furtei, Gesico, Guamaggiore, Ortacesus, Pimentel, Samatzai, Segariu, Serrenti, Villamar e Villanovafranca.

Non è chiaro il significato e l’origine del nome. Anche Massimo Pittau, nella sua ricerca dei “Toponimi della Sardegna meridionale“, sembra brancolare nel buio e assimila la radice a Goni, Gonnos (e suoi derivati) e Guamaggiore, attribuendo, quindi il significato di “altura o collina”.

L’area fu abitata in epoca prenuragica, nuragica, punica e romana, come testimonia la presenza nel territorio di diverse testimonianze archeologiche.

Durante il medioevo appartenne al Giudicato di Cagliari e fece parte della curatoria della Trexenta. Alla caduta del giudicato il territorio passò per breve tempo al giudicato di Arborea; il giudice Mariano II, nel 1295, lasciò in eredità i territori dell’ex giudicato di Cagliari alla repubblica di Pisa, feudo dei Visconti. Nel 1324 il paese passò agli aragonesi insieme a tutti i centri delle ex curatorie di Trexenta e di Gippi; nel 1421 il villaggio, con tutti gli altri paesi della ex curatoria della Trexenta, fu dato in amministrazione a Giacomo de Besora. Nel 1497 il paese fu unito alla contea di Villasor, feudo di Giacomo de Alagón e, nel 1594, la contea fu trasformata in marchesato.

Il paese fu in gran parte spopolato in seguito alle epidemie dì peste del 1651-1655 e del 1681.

Nel 1703 il feudo venne donato da Artale de Alagón alla figlia Isabella sposata con Giuseppe da Silva. Ai Da Silva – Alagon fu riscattato nel 1839 con l’abolizione del sistema feudale.

Alcune chiese sono importanti nell’abitato di Guasila.

  • La chiesa di santa Maria Assunta è uno dei più importanti monumenti. Fu progettata dall’architetto cagliaritano Gaetano Cima e fu  eretta fra il 1842 e 1852. Di stile neoclassico, la chiesa presenta una pianta ottagonale ed è sormontata da una cupola di notevoli dimensioni. Il campanile invece, di 35 metri di altezza, risale al XVII secolo e affiancava anche la preesistente parrocchiale anch’essa intitolata a Santa Maria e attestata in un documento ascrivibile al 1340-50. Con bolla del 16 maggio 2002, in occasione del 150º anniversario di consacrazione della chiesa, l’arcivescovo Ottorino Pietro Alberti decise di erigerla in santuario diocesano.
  • La chiesa di Nostra Signora d’Itria, unica chiesa rurale presente nel territorio di Guasila, è situata nella zona di Bangiu a circa tre chilometri dal paese, nel medioevo pertinente al villaggio scomparso di Bangiu de Aliri. Venne eretta nel XIII secolo, durante la dominazione pisana. L’edificio è stato nel tempo pesantemente modificato, con l’aggiunta di un loggiato che poggia sul portale d’ingresso. Il lunedì pomeriggio che segue la Pentecoste viene accompagnato in questa chiesa il simulacro della Vergine d’Itria, muovendo dalla parrocchiale, dove viene poi riportato il martedì successivo.
  • La chiesa di Santa Lucia,  eretta nel XVI secolo, piccola e semplice chiesa nelle vicinanze del santuario della Beata Vergine Assunta. Venne restaurata nel 1841, quando fungeva da parrocchiale durante i lavori di costruzione della nuova chiesa del Cima.

Delle stratificazioni culturali susseguitesi nel corso dei secoli, Guasila conserva diverse e significative testimonianze linguistiche ed espressive, ludico-ricreative e magico-religiose. Aspetti questi osservabili nella parlata locale, negli usi e nei costumi, nei canti e nella stessa tradizione ergonomica.

Entro la classificazione sociale di comunità agropastorale, che la accomuna agli altri paesi della zona, Guasila presenta alcune specificità di rilievo che meritano una particolare attenzione.

Ad esempio, il rituale della Dormitio Virginis, la Vestizione del Simulacro della Vergine Dormiente del 13 agosto, del rituale de Sa kassa de s’akkizedda, la caccia alla giovenca, che si volge nella giornata della vigilia (14 agosto) della festa patronale, de is kuaddus curridoris, i cavalli da corsa, nel pomeriggio della festa (15 agosto), dell’offerta de is agullas de Santa Maria, gli spilli di Santa Maria, rito che chiude i festeggiamenti patronali.

Degne di menzione anche is cursas a su stampu le corse di abilità per Carnevale, i canti e i balli, come manifestazioni del sentimento popolare.

La Sagra ”Sa die de is saboris antigus in is bias de su trigu” (Il giorno dei sapori antichi nelle vie del grano) fa parte del circuito delle sagre del Consorzio ”I sentieri del grano”.

La sagra si svolge tra le vie del centro storico del paese, dove i visitatori potranno ammirare il Santuario neoclassico della B. Vergine Assunta, la Cappella del Rosario, la Chiesa di Santa Lucia, il Palazzo Rettorale, il Montegranatico, il Museo Scrinia Sacra e tanto altro. Le case del centro storico saranno aperte ed ospitali.

Come dice il nome, il centro della sagra sono i sapori, quindi i piatti tipici del paese e del territorio che vengono preparati in 9 diverse locande, ognuna delle quali sarà gestita da un vicinato storico del paese (Sa Serra, Is Sagrestanus, Funtana Onnis, Funtana Idda, Paiou, Su Padrasiddu, Giraniedda, Santa Rita e Su Spainadroxiu), i quali preparano ognuno dei diversi sapori in maniera tale che si formi un percorso che tocchi tutte le diverse locande.

Durante le festività natalizie, vengono organizzate delle mostre fotografiche e video sulle tradizioni guasilesi come ”Sa Cassa de s’Acchixedda”, il ”Palio dell’Assunta” e il ”Palio dei Vicinati”.

Ogni vicinato prepara il proprio Presepe e, quindi, ci sono ben 9 Presepi per le vie di Guasila.

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