Rubrica: “La Sardegna dei Comuni” – Domusnovas

Ogni settimana raccontiamo la storia di un  paese della Sardegna per far conoscere le sue particolarità, le sue bellezze  geografiche e la sua comunità

di Antonio Tore

Domusnovas (Domunòas in sardo) è un comune di oltre 6.000 abitanti della provincia del Sud Sardegna e confina con Fluminimaggiore, Gonnosfanadiga, Iglesias, Musei, Villacidro, Villamassargia.

Il nome Domusnovas viene dal latino “domus” (case) e “novae” (nuove).

Nota per le grotte di San Giovanni è perciò, spesso, conosciuta come il paese delle grotte.

Nelle zone calcaree, le infiltrazioni hanno creato fiumi sotterranei e cavità, tra cui la grotta Abisso Paradiso e un celebre ‘gioiello geologico’, la grotta di san Giovanni, che buca da parte a parte il monte Aqua. Una strada transitabile e illuminata percorre la sua lunghezza: unica in Italia, una rarità nel mondo.

La grotta si suddivide in due livelli, un ramo fossile di 850 metri, fatto di ampie sale con stalattiti e stalagmiti, e un ramo attivo di due chilometri, che si sviluppa fra tunnel e cunicoli. Pareti rocciose dei suoi ingressi e falesie di Oridda sono ideali per l’arrampicata sportiva.

Negli ingressi nord e sud della grotta di san Giovanni ci sono i resti di mura ciclopiche, rimaste intatte sino al XIX secolo, una delle più maestose testimonianze preistoriche della zona.

Domusnovas si trova al centro della valle del rio Cixerri, adagiata ai piedi del massiccio della punta San Michele (906 m s.l.m.). Alle spalle delle grotte di San Giovanni si apre la valle d’Oridda, ricoperta dalla foresta del Marganai e ricca di circa 50 miniere abbandonate,  tra cui Arenas, Barraxiutta, sa Duchessa e Tiny.

Oltre che interessante visitare i siti dismessi, è importante vedere i musei cittadini: mineralogico, allestito nell’ex Monte Granatico con collezioni di minerali e fossili, e faunistico e naturalistico.

I segnali dell’attività estrattiva sono custoditi anche nel vasto complesso di Monte LinasOriddaMarganai, un parco dai paesaggi multiformi: dal granitico monte Linas al massiccio calcareo del Marganai, passando per l’altopiano di Oridda, dove si estende la foresta di Montimannu.

Nelle zone granitiche si possono incontrare gole e cascate, come Piscina Irgas e boschi di lecci, da percorrere a piedi o a cavallo.

Il territorio di Domusnovas è ricco anche di altre numerose grotte come:

  • L’Abisso Paradiso (situata in cima al monte Nieddu)
  • La Gigi Addari
  • La Rolfo
  • La voragine della Rana (situata nel monte Acqua)
  • S’Arcareddu
  • Sa Crovassa de Pranu Pirastru

Lungo la strada tra l’abitato e l’ingresso sud, lunga circa tre chilometri, si può ammirare il vecchio mulino sa Ferraia e la chiesetta di san Giovanni che fu eretta tra ulivi secolari dopo che la demolizione, attorno al 1800, della cappella dedicata al santo dentro la grotta.

Domusnovas è stata abitata fin dai tempi più remoti. Ancora oggi, infatti, troviamo le tracce di insediamenti risalenti al neolitico, come i resti delle due mura ciclopiche che chiudevano l’ingresso della grotta di San Giovanni e che vennero demolite nel XIX secolo.

Anche l’età nuragica ha lasciato segni evidenti: il più rilevante è sa Domu e s’Orku, con torre centrale e bastione circondati da una muraglia intercalata da altre cinque torri.

Durante la dominazione romana, Domusnovas era situata lungo la strada della Karalis-Sulki  e si trovava nel distretto della vicina Metalla, sfruttato intensamente perché ricco di piombo argentifero, dalla quale riceveva il minerale da lavorare nelle sue fonderie, situate lungo il corso del rio San Giovanni.

L’origine dell’odierno centro abitato è, forse, da ricercare nel periodo giudicale quando si ebbe la fondazione di nuovi insediamenti detti appunto villenove e domusnovas. Nel 1257 il giudicato di Cagliari venne occupato dalle truppe di Pisa e la curatoria del Cixerri  venne concessa al conte di Donoratico, Ugolino della Gherardesca.

Il conte Ugolino, giunto nei suoi territori sardi, non essendo ancora sorta Villa di Chiesa (oggi Iglesias), si stabilì a Domusnovas, all’epoca cinta da mura, dove costruì una rocca.

Nel 1288 il Conte fu fatto prigioniero dai Pisani e morì in carcere. Il figlio Guelfo, con la popolazione di Domusnovas e Villa di Chiesa, si ribellò a Pisa, scatenando l’immediata reazione della città toscana che inviò le truppe sotto il comando di Ranieri e del giudice di Arborea, Mariano II. Guelfo perdette e Domusnovas venne occupata dagli Arboresi, i quali smantellarono la rocca. Guelfo ritornò all’assalto, aiutato dal fratello Lotto, e riprese, ma solo per poco tempo, il potere. I due fratelli furono poi definitivamente sconfitti e messi in fuga. Domusnovas passò poi dal  1301 sotto l’amministrazione diretta della Repubblica di Pisa.  Dante, nel De vulgari eloquentia (1303-1305) fa forse riferimento a Domusnovas quando scrive che i sardi: nam domus nova et dominus meus locuntur (“dicono infatti domus nova e dominus meus”).

Il dominio pisano durò poco: nel 1324 si ebbe l’occupazione aragonese ad opera dell’Infante Alfonsoi ed entrò a far parte del Regno di Sardegna.

Altri edifici di culto sono nel centro storico: la medioevale chiesa di santa Barbara e la parrocchiale della Vergine Assunta, del secondo XVIII secolo, con facciata in pietra. La festa in suo onore è a Ferragosto con processione di gruppi folk e suonatori di launeddas.

Le dominazioni pisana e spagnola hanno segnato indelebilmente le sue tradizioni, in particolare i riti della Settimana Santa, che hanno nel venerdì il giorno più ricco di pathos con processione del Crocifisso e su Scravamentu.

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