Rubrica: “La Sardegna dei Comuni” – Aidomaggiore

Ogni settimana racconteremo la storia di un  paese della Sardegna per far conoscere le sue particolarità, le sue bellezze  geografiche e la sua comunità

di Antonio Tore

Aidomaggiore (Aidumajore o Bidumajore in sardo) è un comune della provincia di Oristano e conta meno di 500 abitanti, confina con Borore (NU), Dualchi (NU), Ghilarza, Norbello, Sedilo, Soddì.

L’antico nome di Aidomaggiore era “Aidu” (varco, entrata) come riportato nel trattato di pace stipulato nel 1388 tra Eleonora d’Arborea e Giovanni I d’Aragona. Il significato del nome potrebbe essere riferito al fatto che il paese si trova tra l’altopiano di Ghilarza e il Barigadu

Durante la dominazione spagnola il nome di Aidu venne trasformato in “Aido mayor” (ingresso maggiore) e venne poi italianizzato in Aidomaggiore. Si trova a 250 metri sul livello del mare  ed è riparato dai venti circondato come è da maestosi boschi.

I primi insediamenti umani possono farsi risalire al 1015 circa, quando un gruppo di pastori decisero di spostarsi, dal loro villaggio nuragico, nella conca sotto l’altopiano di Abbasanta, attratti dal riparo naturale offerto dalle colline circostanti. A questi gruppi si aggiunsero, intorno al 1400, gli abitanti superstiti dell’antica città giudicale di Ruinas flagellata dalla peste nera e costretti, quindi, al ricercare un luogo più salubre.

L’epoca nuragica è testimoniata dalla presenza massiccia di monumenti che, di recente sono stati classificati in una indagine dell’archeologa Anna Depalmas. Nel territorio comunale si contano ben 57 tombe di giganti, 8 domus de janas, 5 villaggi nuragici, 7 dolmen, 63 nuraghi, 9 betili, 39 cippi funerari, 6 pozzi e due fonti.

Tra i monumenti più conosciuti citiamo il nuraghe Sanilo, la tomba dei giganti Su Scruxoxu e le domus de janas in località Benezziddo.

la fine del 700 anche Aidomaggiore ebbe alcuni proprietari terrieri che occupavano diverse abitazioni padronali. A questo riguardo è degna di nota la costruzione, nella prima metà dell’800, di un palazzo a due piani che troneggiava sulle modeste case del paese. Il proprietario era Don Bachisio Pitzalis che sposò la Dama di Corte Donna Mariantonia Natter Satta.

Ancora oggi gli aidomaggioresi chiamano quel palazzo “su palazzu ‘e sa dama”, ossia, il palazzo della dama.

Nel 1900 un certo signor Luigi Sanna lasciò al Comune il palazzo dove ha sede il Municipio e la casa in cui abita il parroco del paese.Il sindaco realizzò la fontana, con annesso lavatoio, di “Cortejosso” che, unitamente alla fontana di “Binzale” e al pozzo di “Cortesusu” garantì ad Aidomaggiore una quantità illimitata di acqua potabile.

L’economia della zona si basa principalmente sulle attività agro-pastorali, anche per la fertile fiorente vegetazione e la ricchezza di acque.

Sono presenti diverse architetture religiose, come la chiesa di Santa Maria delle Palme, che si fa risalire al XVI secolo, la chiesa di San Gavino, di impianto romanico e le chiese campestri di Santa Barbara, di origine medievale, di Santa Maria delle Grazie e di Santa Greca.

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