Migranti: la Sardegna destinata a sostituire la Sicilia come prima Regione di accoglienza?

Il problema migranti che sta coinvolgendo in modo sempre crescente Cagliari e la Sardegna non può che avere una soluzione: dividere coloro che arrivano tra tutti gli stati dell’Unione Europea

di Sergio Atzeni

Cagliari dopo Lampedusa e la Sicilia è destinata a diventare la terza meta di dirottamento dei poveretti che cercano in Europa un loro futuro lontano dalle guerre. C’è subito da dire che i richiedenti asilo sono una minoranza e pochissimi quelli che la ottengono ma il problema è decidere in tempi brevissimi se accoglierli e, in caso contrario, come rimandarli in patria.

Problemi di difficile soluzione che potrebbero essere aggirati solo se i profughi salvati fossero smistati immediatamente negli altri paesi Europei in quote decise a priori. Nei primi mesi di quest’anno i profughi salvati dai barchini improvvisati hanno gia superato del 50 per cento quelli arrivati nello stesso periodo dell’anno scorso e per questo c’è da ipotizzare che con l’estate in arrivo i numeri siano destinati a essere terrificanti.

Ora una rotta diretta che si è aperta è quella della Sardegna e Cagliari come porto di approdo, due navi, una spagnola e una norvegese, hanno già portato direttamente nell’isola migliaia di extracomunitari. Ora il Governo deve passare a azioni energiche con minacce di non pagare le quote che l’Italia versa all’Europa per ottenere la revisione dell’accordo che, sciaguratamente, abbiamo firmato e che prevede che i profughi siamo ospitati nello Stato di arrivo.

Il peso di questa immane immigrazione ora è sopportato solo dalla Grecia e dall’Italia mentre gli altri membri dell’Unione Europea fanno anche gli eroi mandando navi a raccogliere gli sventurati e poi scaricando in Italia quelli che arrivano dalla Libia.

Inutile dire che se le cose continueranno cosi la Sardegna diventerà una meta abituale per alleggerire le Sicilia dove gli africani ospitati sono arrivati a un munero limite. Le cose cambieranno solo se le navi che attendono oltre le acque territoriali libiche i gommoni con centinaia di profughi, una volta salvati li portino nel loro Stato che provvederà a tutte le procedure di accoglienza ed eventualmente di espulsione.

Questa è l’unica via, e c’è da scommettere che in quel caso, se non obbligate, tanti stati europei si eclisseranno riportando in patria le loro navi. per quanto riguarda le organizzazioni non governative, le loro imbarcazioni dovrebbero avere un elenco di porti dislocati in tutta Europa dove portare alternativamente tutti gli africani salvati. Se le cose non cambieranno come detto la Sardegna e Cagliari sono destinate a sostituire la Sicilia come meta privilegiata di smistamento di migliaia di sventurati che arrivano dalle coste libiche.

Ora poi si attendono le giuste indagini per appurare se qualche organizzazione Ong sia finanziata dagli scafisti, come ipotizzato dal Procuratore della Repubblica di Catania, parchè sarebbe una beffa nei confronti sopratutto degli italiani in primis e dei sardi che si stanno accollando costi e sacrifici di questa immigrazione biblica mentre gli altri stati stanno a guardare, anzi si organizzano per respingere coloro che eventualmente arrivino nelle loro frontiere.

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