La chiesa di Santa Rosalia, il piccolo tesoro di Pirri

L’edificio sacro si trova in una piazzetta di una zona che potremo definire “un paese dentro un paese” La sua costruzione viene attribuita al reverendo Gerolamo Simoni nel 1756

di Antonio Tore

Esistono, sotto i nostri occhi, piccoli tesori che non conosciamo o che abbiamo sentito solo nominare. Uno di questi è rappresentato dalla Chiesa di Santa Rosalia a Pirri che, certo, non gareggia con quella più conosciuta come patrona di Palermo né con l’altra Chiesa a lei dedicata nella città di Cagliari, ma riveste per i devoti un importante punto di riferimento nella comunità.
La chiesa si trova in una piazzetta di una zona che potremo definire “un paese dentro un paese” e che collega, a partire da via Fornovo, attraverso strette e tortuose stradine, Via Riva Villasanta con Via Santa Maria Chiara.

La sua edificazione viene attribuita al reverendo Gerolamo Simoni nel 1756, anche se si può affermare che la devozione alla Santa risale a oltre 100 anni prima ed esattamente al 1659. Il fabbricato è stato oggetto di vari restauri dovuti principalmente a problemi di statica e subì vari tentativi di abbandono o assegnazioni improprie per attività non religiose.
Inizialmente presentava solo un’aula mononavata, ma Simoni migliorò l’edificio con la costruzione di alcune cappelle laterali e di un loggiato che fecero acquisire un suo posto preciso nella vita religiosa di Pirri: decadute le due chiese rurali, infatti, dopo San Pietro Apostolo, rimaneva l’unico punto di riferimento spirituale per i fedeli della parrocchia.

Nel 1911 fu trasformata in lazzaretto in occasione di un’epidemia di colera e solamente nel gennaio del 1983, a seguito di una raccolta di fondi effettuata dai fedeli, fu definitivamente riaperta al culto con la solenne benedizione ad opera del vescovo ausiliare di Cagliari, mo9nsignor Tiddia.
L’edificio esteso su una navata e due cappelle, si presenta piccolo e armonioso. Il prospetto è rappresentato da un’unica porta sormonta da una lunetta e da un campanile a vela che oggi ospita una campana e, solamente una nicchia ricavata nella parte retrostante l’altare di marmo accoglie una antica statua di Santa Rosalia, restaurata da Angelo Defraia.
La chiesa, ai nostri giorni, si anima di canti e di preghiere nei tre giorni di festa che, all’inizio di settembre il quartiere dedica alla Santa, grazie a un comitato che raccoglie casa per casa le offerte dei fedeli. Oltre alle funzioni religiose, si snoda una processione lungo le vie circostanti la chiesa, addobbate da bandierine multicolori, fiori e foglie di palma, per tornare ad antichi silenzi al termine della festa.

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