Fatti e Opinioni: tanti giovani lasciano  l’isola e la Sardegna si impoverisce

I ragazzi/e che si spostano a studiare nella penisola, incanalano flussi monetari, di solito dei loro genitori, spalmandoli fuori dalla Sardegna. La Regione Sardegna viene impoverita per la perdita  di queste risorse umane ed economiche

 di Annalisa Pirastu

Quanti sono i ragazzi sardi che vanno sulla penisola a studiare? E’ difficile avere numeri precisi perchè a meno che non siano iscritti all’Aire, cioè al registro degli italiani all’ estero, non ci sono statistiche per gli spostamenti all’ interno della penisola, se non quelle che si possono dedurre dai contributi erogati dalla Regione ad alcuni degli studenti/e.

Torneremo su questo punto. Ora ci preme sottolineare che  questo flusso di giovani che lascia la Sardegna, ha una ricaduta sul territorio non solo di spoliazione di risorse umane, ma anche di impoverimento economico.

I ragazzi/e che si spostano a studiare nella penisola, incanalano flussi monetari, di solito dei loro genitori, spalmandoli fuori dalla Sardegna. La Regione Sardegna viene impoverita dal dislocamento di queste risorse umane ed economiche, lasciando nel territorio quella parte di giovani che non si spostano, all’interno della quale, la grossa fetta è costituita da coloro che non si “possono” spostare per motivi economici. Cioè di coloro che hanno poca disponibilità ad arricchire l’economia.
Val la pena di notare che la motivazione allo spostamento di questi ragazzi/e benestanti o con borse di studio, non ha come motivazione la mancanza di facoltà universitarie, perché la Sardegna le ha quasi tutte.

Avviene che una fetta di ciò che i nostri ragazzi/e sardi potrebbe consumare in Sardegna per implementare l’economia, viene dirottato altrove :  luce, acqua, gas, cosmetici, cibo, discoteche, abbigliamento, cinema, bar, ristoranti, parrucchieri, libri e altro.

Oltre a questo flusso di denaro privato erogato ai figli che studiano sulla penisola, che va a rimpinguare le casse di altri luoghi d’Italia, c’è anche uno stanziamento di denaro pubblico che, seppur sacrosanto, ha un impatto considerevole sulle casse della Regione. Nel 2015 sono stati erogati tre milioni di euro di contributi per abbattere i costi legati al fitto casa, da assegnare sia a studenti sardi che frequentano corsi universitari in Sardegna, ma anche nella Penisola e, ben vengano, all’ Estero. Il fondo ripartito tra L’Ersu di Cagliari e Sassari, ha attribuito 2.500 euro annui per studente dentro e fuori la Sardegna.

La Sardegna però è una delle regioni meno popolate d’Italia per cui, se i consumatori diminuiscono, trattandosi di  numeri già bassi, gli esercizi commerciali spesso muoiono o nel migliore dei casi, non riescono ad  espandersi se non facendo leva su un turismo che ancora però, non ha sviluppato le sue potenzialità. Se non c’ è  crescita, l’offerta a tutti i livelli diminuisce, e ciò che rimane è la fuga, lasciando dietro di sè la desertificazione.

I ragazzi/e sardi vanno a studiare fuori per sacrosante scelte di ampliare i loro orizzonti e seguire un trend che anzi, li vede in ritardo, rispetto ai coetanei europei che molto presto, si affrancano dalla famiglia, spostandosi per studiare.

Ma i ragazzi/e sardi si spostano in altre città italiane perché Cagliari sinora ha mancato un’ altra promessa che, pur avendo tutte le carte in regola, non riesce a mantenere : diventare una città con un’ identità universitaria.

Ma di questo parleremo nel prossimo Fatti & Opinioni.

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