Cori razzisti al Sant’Elia: Muntari rifiuta il Tapiro d’oro e si chiude nel silenzio

Ancora mistero sugli eventuali cori razzisti al Sant’Elia contro il giocatore del Pescara che nessuno all’infuori del ganese, sembra aver sentito

redazione

Il caso Muntari sta facendo sorgere non pochi dubbi perché ancora non si capisce se i coro razzisti ci siano stati o no e nel caso perché solo il giocatore ganese li abbia sentiti.
Ieri il calciatore del Pescara ha rifiutato di prendere il tapiro d’oro e quindi di parlare dell’accaduto alla trasmissione di Canale 5. Zeman intervistato da striscia la Notizia ha dichiarato “Mi dispiace che abbia pagato solo lui. Secondo me aveva ragione. Nel calcio ci son tante cose che non vanno e questa è una di quelle”, allora nemmeno l’allenatore Ceco ha sentito i cori perché esprime un’opinione e non una certezza sull’accaduto.
Anche la Federazione ufficialmente non sembra aver preso in considerazione la tesi del giocatore e lo ha squalificato per una giornata per aver abbandonato il campo senza autorizzazione. L’arbitro quindi non ha segnalato niente sui cori e quindi neanche i suoi collaboratori avrebbero sentito.

Dobbiamo dire subito che se i cori ci sono stati sono da condannare energicamente senza se e senza ma, ma il problema e che pare che quelle grida razziste le abbia sentite solo Muntari e, può essere anche vero, ma allora dovevano essere proprio due quelli che le hanno proferite. Sarebbe stato utile che il giocatore del Pescare avesse chiarito l’accaduto indicando le voci udite e ciò che aveva sentito e a quale volume, perché, come detto, è perlomeno strano che l’arbitro sotto porta, il quarto arbitro, l’arbitro principale e tutta le due panchine nulla abbiano sentito, ma neanche percepito il fatto.

Ripetiamo che sarebbe da chiarire perché sembra strano che Muntari abbia avuto un’esplosione di rabbia senza motivo e per questo va fatta piena luce e solo lui può farlo almeno per conoscere il motivo effettivo. Si potrebbe così indagare più facilmente secondo le sue dichiarazioni e capire dove sta veramente la verità.

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