Cagliari: Sgominata banda nigeriana specializzata   nel traffico di esseri umani, favoreggiamento dell’immigrazione e sfruttamento della prostituzione 

 

L’operazione, coordinata dalla DDA,  al termine di  un’attività investigativa, a seguito di  denunce presentate da giovani donne del  Ghana e dalla Nigeria, dedite alla prostituzione nella periferia di Cagliari

 di Antonio Tore

La Polizia di Stato di Cagliari, nell’ambito di attività contro l’immigrazione clandestina e lo  sfruttamento di illecite attività, dopo un’articolata operazione di polizia,  nella tarda mattinata di oggi ha eseguito il decreto di fermo di indiziato di delitto emesso dal Sostituto Procuratore della Repubblica di Cagliari – DDA,  Rita Cariello, a carico di 13 indagati ritenuti responsabili, in concorso ed a vario titolo, dei reati di tratta, riduzione in schiavitù, favoreggiamento dell’immigrazione clandestina e sfruttamento della prostituzione.

L’operazione, coordinata dalla DDA, rappresenta l’epilogo di un’attività investigativa, che scaturisce da alcune denunce presentate da giovani donne provenienti dal Ghana e dalla Nigeria, dedite alla prostituzione nella periferia di Cagliari.

Le indagini hanno scardinato alcuni sodalizi criminali, di matrice nigeriana, operanti nel capoluogo isolano, che rappresentano l’anello finale di una rete transnazionale, dedita al traffico di esseri umani.

Nella operazione, sono stati arrestati: Orobosa Moses e Jude Ambrose Adizatu, residenti a Cagliari; Juliet Adobo, di Pescara; Joy Imafondon, Edosa Bright, Juliet Iyen, Flora Iyoha  e Blessing Kayode, di Quartu Sant’Elena; Tracy Evans e Efosa Igbinere, di Pescia; Recheal Chukwudi, di Perugia; Joy Edigbonya, di Vallermosa e Francis Adumaza, di Rizziconi (RC).

A seguito delle dichiarazioni rilasciate dalle vittime, è emerso che i migranti provenienti dagli stati centrali dell’Africa, condotti fino in Libia, venivano trattenuti presso alcuni campi appositamente attrezzati e successivamente trasportati in Italia a bordo di gommoni. Le attività investigative hanno dimostrato che i destinatari dei provvedimenti restrittivi, con la falsa promessa di un impiego lavorativo, reclutavano le giovani donne provenienti dalla Nigeria e, con la minaccia di riti magici, le obbligavano all’esercizio della prostituzione al fine di saldare il debito da loro contratto per il trasporto in Italia, ammontante in genere a circa 25 o 30 mila euro.

Le indagini svolte hanno permesso di evidenziare un sistema articolato, con diramazioni in Libia ed in Nigeria, che consentiva il reclutamento di giovani donne, in particolar modo nigeriane, le quali una volte giunte in Italia, con la promessa di un lavoro onesto, venivano segregate, per diversi giorni, in piccoli appartamenti senza la possibilità di comunicare con l’esterno. Durante tale fase, le ragazze subivano pesanti condizionamenti psicologici, anche con riti magici, e approfittando della loro situazione di vulnerabilità ed inferiorità fisica e psichica, venivano costrette a prestazioni di carattere sessuale; in un caso l’intimidazione è consistita anche nella minaccia di vendetta di morte contro il figlio rimasto in Nigeria.

E’ stato dimostrato inoltre che in un caso il reclutamento è avvenuto tramite Facebook, attraverso la promessa alla giovane vittima che in Italia avrebbe potuto trovare un lavoro lecito, grazie all’aiuto di una sua connazionale. Quest’ultima, postasi in contatto con la persona offesa, si faceva promettere, a seguito di giuramento con rito voodoo prestato alla presenza delle madri delle indagate, il pagamento di 25 mila euro a titolo di compenso per l’organizzazione. L’intero quadro probatorio, corroborato da accertamenti di natura tecnica, è stato confortato dalle dichiarazioni rese da alcune giovani vittime, tutelate dalle misure di protezione previste dalla legge, che vincendo la paura di possibili ritorsioni minacciate dai loro aguzzini, hanno deciso di rivolgersi agli organi di polizia per denunciare il loro stato di sfruttamento e di soggezione psicologica.

 

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