Cagliari: parte dal  Siotto il viaggio verso la Giornata Internazionale contro la Violenza sulle Donne

Sarà un lungo viaggio che, con il sostegno della Regione Sardegna, accompagnerà i cittadini del capoluogo fino al 25 novembre, data nella quale si celebrerà la Giornata  Giornata Internazionale contro la Violenza sulle Donne.

di Alessio Atzeni

Primo appuntamento questa mattina nell’Aula Magna del Liceo Classico “Siotto Pintor” con il ricco calendario di “Viva la libertà! Cagliari contro la violenza”, iniziativa curata dall’Assessorato alle Pari Opportunità e dalla omonima Commissione Consiliare permanente del Comune di Cagliari.

Sarà un lungo viaggio che, con il sostegno della Regione Sardegna, accompagnerà i cittadini del capoluogo fino al 25 novembre, data nella quale si celebrerà la Giornata  Giornata Internazionale contro la Violenza sulle Donne.

L’Assessora alle Pari Opportunità, Marzia Cilloccu, ha aperto oggi al Siotto i lavori della tavola rotonda che ha trattato dei temi attraverso i quali contrastare la violenza, con particolare attenzione a due provvedimenti legislativi della Regione, finalizzati alla creazione di un cosiddetto “Reddito di libertà” e al sostegno pieno delle vittime di violenza.

Di fronte all’attenta platea degli studenti, Marzia Cilloccu, affiancata dalla Presidentessa della Commissione Consiliare Pari Opportunità, Rosanna Mura, ha evidenziato l’importanza di dare un segnale importante per il cambiamento di mentalità, ancora imbrigliato nella differenza di genere.

“Ancora – ha spiegato l’Assessora comunale – ci troviamo di fronte ad una situazione drammatica e per questo il Comune ci sta mettendo tutto l’impegno possibile, al quale, però, va aggiunto il contributo di tutti. E in questa lotta non esistono né targhe, né bandiere perché tutti devono fare quanto in loro potere, soprattutto noi delle istituzioni, per modificare il sistema e per fare in modo che si arrivi ad una parità vera”.

Ha voluto dare il suo contributo, prima dell’apertura del dibattito con gli studenti, moderato dal preside dell’Istituto Antonio Macchis, anche Rosanna Mura. “Abbiamo voluto iniziare da qui perché in luoghi come questo c’è sempre stato grande equilibrio tra ragazzi e ragazze, una grande possibilità di crescere per tutti, senza alcuna barriera che non sia la vostra fantasia. E le battaglie che stiamo facendo non devono essere fatte solo dalle donne, dovrà essere una battaglia inclusiva che abbia il contributo di tutti”.

Fondamentali in questa ottica sono stati i due provvedimenti della Regione Sardegna che sono stati illustrati nel loro contenuti dalle due Consigliere Anna Maria Busia e Alessandra Zedda.

“Partendo dal concetto della violenza economica che vuol dire dipendenza – ha spiegato la Consigliera Zedda – abbiamo stabilito un contributo economico per le donne vittime di violenza che abbiano avuto il coraggio di denunciare. Oltre a questo assegno che avrà una durata variabile tra i dodici e i trentasei mesi, ci sono una serie di agevolazioni sia per gli alloggi di Edilizia Residenziale Pubblica, sia per il diritto allo studio dei figli, sia sul piano della mobilità regionale, in modo da allontanare le vittime dai luoghi dove si è consumata la violenza. Ci sono tanti accorgimenti per fare in modo che chi si trovi in questa situazione abbia la possibilità di denunciare e quindi di riuscire ad avere una vita indipendente”.

Occorreva un intervento e la Regione, che ha individuato nei Comuni il braccio operativo nell’idea di creare una rete che coinvolga quante più persone possibile, ha messo in campo i suoi mezzi per far sì che la situazione migliori. Anche perché i numeri, evidenziati dalla Consigliera Anna Maria Busia, sono tutt’altro che confortanti.

“I dati – ha spiegato la Busia – non sono per niente positivi in Italia soprattutto quando si parla del cosiddetto Gap Gender. Nel considerare la differenza di genere, infatti, l’Italia, in una classifica che vede al primo posto l’Islanda, si trova all’82° posto. E davanti a noi ci sono parecchie nazioni come dimostrano il sesto posto del Nicaragua, il decimo delle Filippine, il tredicesimo della Namibia. Abbiamo un problema che, secondo i numeri, è molto evidente. E anche parlando dei dati sui femminicidi, mentre gli altri reati sono in diminuzione, assistiamo ad un numero di donne uccise che resta stabile. Una delle considerazioni più allarmanti è, infine, il fatto che le donne più a rischio quelle che hanno una relazione sentimentale stabile perché sempre più spesso l’autore della violenza è un marito, un fidanzato o un compagno. Dobbiamo dire basta e noi ci stiamo provando con gli strumenti che abbiamo a disposizione e con la sensibilizzazione che deve partire dai giovani”.

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