Al via il referendum del Comitato promotore sul principio dell’Insularità nella Costituzione

Giovedì in Piazza Costituzione a Cagliari alle 19 la prima firma sarà apposta sul documento che rivendica le peculiarità della Sardegna che devono essere trasformate in punti di forza secondo i Riformatori Sardi. Prime adesioni dei parlamentari e dei consiglieri regionali all’appello.

 di Annalisa Pirastu

Continuano le adesioni di moltissime personalità della cultura e del lavoro. Cresce il numero dei sindaci sardi arrivato a quota 80. Tutti uniti per l’iniziativa referendaria sul principio di insularità. Si registrano inoltre importanti adesioni, dal mondo politico: Emilio Floris, Roberto Deriu Alessandra Zedda , Anna Maria Busia, Piero Comandini, Pietro Pittalis, Nello Cappai, Giuseppe Fasolino hanno già sottoscritto insieme ai Riformatori la lettera-appello del Comitato Promotore del Referendum sul principio dell’Insularità in Costituzione, trasmessa giovedì scorso.

C’è dunque un consenso crescente sulla consapevolezza che il futuro della Sardegna richieda una rivoluzione culturale. Rifiuto delle prassi  clientelari e assistenziali del passato per poter rivalutare i talenti e il merito, spirito di sacrificio, intuizione imprenditoriale, sana competizione, sono i pilastri di questa rivoluzione.

Il “riequilibrio” non si attua attraverso interventi di sostegno estemporanei, ma attraverso il riconoscimento dello svantaggio strutturale rappresentato dalla condizione di insularità. L’impegno dello Stato deve essere quello di garantire l’infrastrutturazione materiale e immateriale indispensabile perché i Sardi abbiano un uguale punto di partenza nelle sfide del mondo globale.

Gli aderenti al Comitato Promotore guardano oltre i partiti,  proiettati invece nell’ interesse dei Sardi e di ciò che può giovare alla Sardegna.

“Un buon inizio è un ottimo segnale”, ha detto Roberto Frongia coordinatore dell’iniziativa, “Giovedì, in Piazza Costituzione, alle 19, metteremo la prima firma per la richiesta del Referendum. Siamo certi che la crescita delle adesioni sarà esponenziale. I sardi capiranno che questo referendum può restituirci prospettiva e dignità, cambiando davvero il destino economico della nostra terra”.

 

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