Abruzzo, Marche e Sardegna unite per valorizzare la Terra Cruda

Se ne è  discusso ieri a Manoppello (Pescara), al convegno organizzato ai margini dell’assemblea dei soci dell’Associazione Città della terra cruda alla quale hanno preso parte anche l’assessore dell’Urbanistica Cristiano Erriu e 19 amministratori comunali della Sardegna

di Alessio Atzeni

Azioni congiunte tra le Regioni Abruzzo, Marche e Sardegna per la tutela e la valorizzazione dell’architettura di terra cruda in Italia, finalizzate in particolare all’adozione di normative regionali e nazionali in materia. Di questo articolato tema si è discusso ieri a Manoppello (provincia di Pescara), al convegno organizzato ai margini dell’assemblea dei soci dell’Associazione Città della terra cruda alla quale hanno preso parte anche l’assessore dell’Urbanistica Cristiano Erriu e 19 amministratori comunali della Sardegna, guidati dal sindaco di Samassi Enrico Pusceddu, presidente del coordinamento nazionale. Il rappresentante dell’esecutivo Pigliaru ha testimoniato la sensibilità della Regione verso i progetti di qualità che vedano la tutela del paesaggio abbinata al valore culturale della terra cruda.

“Il mosaico di territori che le regioni italiane vantano – ha sottolineato l’assessore Erriu – deve essere oggetto di politiche di valorizzazione mirate al raggiungimento di una nuova relazione con la natura e al recupero delle nostre radici culturale e identitarie, a rischio di abbandono. In questo modo sarà possibile creare nuovi luoghi e condizioni di vita ad alta qualità ambientale. È quello che stiamo cercando di fare in Sardegna, con lo sguardo volto al futuro e non solo al passato. I Comuni più piccoli, in particolare quelli delle zone interne dell’Isola, stanno cercando di contrastare lo spopolamento: un fenomeno che riguarda altre regioni e Paesi europei, dove sono state adottate le più svariate misure anche a livello fiscale. Noi stiamo finanziando i Piani integrati con 25 milioni di euro e attivando altri interventi a favore dei centri storici per incentivare la riqualificazione dei cosiddetti centri matrice e attrarre non solo i turisti ma anche persone o nuclei familiari interessati a trasferirsi nei centri dell’interno”.

“Il nostro obiettivo – ha poi precisato Erriu – non mira solo alla riqualificazione dei singoli edifici, bensì ad individuare programmi più complessi che mettano insieme interesse pubblico e interesse privato. Vi è poi il tema della ricostruzione e pianificazione del paesaggio rurale, con il riconoscimento delle connotazioni storiche che questi paesaggi conservano: le vocazioni agricole, i vigneti e gli oliveti storici sono temi molto sentiti in Sardegna, al quale stiamo lavorando da alcuni anni. Noi stiamo affrontando tre sfide: dobbiamo riconoscere il valore culturale del paesaggio senza farlo diventare un museo a cielo aperto, perché esso va vissuto e trasformato in modo coerente da chi ci abita; poi, non dobbiamo assecondare le logiche monoreddituali di chi vive il territorio, semmai dobbiamo accompagnare le produzioni agricole, la multifunzionalità degli operatori agricoli e il turismo lento; infine, dobbiamo costruire solide matrici ambientali che siano in grado di sopportare le pressioni antropiche e allo stesso tempo avere la capacità di produrre reddito e generare valore. Alla politica spetta il compito di produrre gli strumenti di pianificazione e accompagnare i Comuni, soprattutto quelli più piccoli, dotandoli di risorse adeguate per finanziare progetti mirati. Alcuni di quelli proposti dalle città della terra cruda si inseriscono perfettamente nei Piani integrati che la Regione Sardegna sta finanziando. La mia presenza a questo convegno conferma il desiderio della Giunta regionale di stimolare forme di collaborazione e cooperazione con le altre Regioni e i Comuni nelle quali l’Associazione Città della terra cruda è attiva”.

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